Prezzo per persona bevande incluse: 60 €
Recensione
Non credo siano molti i ristoranti in cui si va a mangiare da circa 30 anni (ce lo ricordiamo da ragazzini), e mai una volta si sia usciti meno che soddisfatti; merito, a nostro parere, della sempre vigile presenza del proprietario, Domenico, che appunto da tempo immemore fa in modo che il Porto si posizioni tra i migliori ristoranti di pesce di Milano.
Dopo qualche periodo di latitanza, sabato sera siamo tornati nella piccola palazzina di piazza Cantore, tutta dedicata al Porto.
Il ristorante si divide tra un’ampia zona fumatori a piano terra, una piccola zona non fumatori sempre a piano terra, ed un’altra zona non fumatori sul caratteristico soppalco tutto in legno ed arredato, come il resto del locale, in stile marinaro.
Avendo abbandonato il vizio da tempo, abbiamo prenotato sul soppalco che tra le due zone non fumatori è sicuramente la più caratteristica. Vantaggio e svantaggio: il vantaggio è essere serviti da Antonio, nome che consigliamo di ricordare; lo svantaggio è rappresentato dai tavoli molto ravvicinati e dal rumore sia del soppalco stesso, sia – dato che come si sa il rumore tende a salire – del piano sottostante.
Come al solito, non chiediamo neanche la lista, ma ascoltiamo i consigli di Antonio; decidiamo per due antipasti di crudo, composti da tonno, storione e scampi, con un velo di olio, un po’ di limone, una spolverata di pepe, il tutto su un letto di soncino. Complice l’assoluta freschezza del pesce il risultato era di ottimo livello.
Per accompagnare l’antipasto ed il resto della cena, scegliamo uno Schiopetto Blanc de Rosis da una lista non straricca ma comunque interessante e dai ricarichi accettabili (26 euro il Blanc de Rosis).
La cena prosegue con due primi: spaghetti con scampi e pomodorini, perfetta la cottura della pasta e riuscito connubio tra un sapore gagliardo che non può lasciare indifferenti e la freschezza e la delicatezza degli scampetti; spaghetti con totanetti, pomodorini e bottarga (in questo caso il sapore della bottarga, complice forse l’eccessiva quantità, era eccessivamente predominante e copriva quello dei totanetti).
Come secondo un classico frittino di gamberetti e calamaretti: perfetta la frittura, asciutta e croccante, e perfetti in termini di freschezza e tenerezza i gamberetti ed i calamaretti.
Chiudiamo decidendo saggiamente di evitare appetitosi dolci di una certa “pesantezza” – panna cotta piuttosto che torta con pere e cioccolato - e scegliendo due sorbetti di pera con una goccia di grappa Williams.
Il conto è assolutamente in linea con la qualità di quanto abbiamo gustato e sorseggiato (114 euro in due).
Oltre a quello di provare questo ristorante un altro consiglio: prenotate con largo anticipo, visto l’alto numero di estimatori del Porto.
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