Pensare di poter cenare senza prenotazione in uno ...

Recensione di del 15/09/2007

Al Pont de Ferr

62 € Prezzo
8 Cucina
8 Ambiente
8 Servizio
Rapporto qualità/prezzo: Normale
Prezzo per persona bevande incluse: 62 €

Recensione

Pensare di poter cenare senza prenotazione in uno dei ristoranti più frequentati dei Navigli il sabato sera è tanto audace da essere definibile una sciocchezza da squilibrati. E visto che il binomio mi calza come un guanto, non ho esitato a fare il tentativo. La fortuna ci ha assistito, complice l'ora un po’ tarda, che ci ha fatto trovare un tavolo appena liberatosi. Il locale internamente offre una ampia sala divisa in due zone da una colonna con archi e mattoni a vista che ospita diversi tavoli in legno, coperti da semplici tovagliette di carta. L'aspetto così spartano potrebbe indurre in errore i più superficiali, dando loro l'impressione di essere capitati in una modesta trattoria, ma basta una occhiata al carrello dei formaggi, che sosta lussurioso appena dietro il lungo bancone di legno, perché si capisca subito che l'attenzione alla cucina è tutt'altro che frugale.

Veniamo fatti accomodare all'esterno, sotto un gazebo, ad un tavolino in ferro. Il menu offre una scelta limitata tra antipasti, primi e secondi, ma indugiamo comunque un po’ nell'imbarazzo perché quasi tutte le proposte sono particolarmente vicine ai nostri gusti.

La carta dei vini è sufficientemente ampia, con proposte anche molto importanti. Per la nostra cena scelgo un Pinot Nero Riserva 2001 San Michele Appiano. Finalmente ci decidiamo e nell'attesa ci vediamo portare una scatolina chiusa che viene presentata come un appetizer a base di crema di zucchine; sollevato il coperchio infatti scopriamo due bicchierini che alloggiano simpaticamente all'interno.

Arrivano gli antipasti. Per mia moglie il foie gras cotto nel torcione al profumo di pepe con pan brioche e confettura di pomodoro è stato un eccellente inizio. Molto buono il fegato così preparato, in felice abbinamento alle note dolci della confettura e del pane.

Io prendo il cappuccino di crema di zucca con fonduta di parmigiano e brioche calda. Anche in questo caso la presentazione è molto originale. Su un piccolo vassoio in vetro arriva il cappuccino con tanto di schiuma e la brioche, in una fedele riproduzione da prima colazione. Ma oltre all'occhio anche il palato ha la sua parte perchè tutta la composizione è assolutamente gradevole.

Saltiamo il primo e ci dedichiamo ai secondi. Mia moglie ordina lo scamone di chianina con finferli spadellati e dadolata di zucchine. Il tutto viene servito sotto un cestino di lamelle di patate, appena unte se vogliamo fare i pignoli, ma il risultato è globalmente molto soddisfacente.

Il mio secondo merita un applauso. Non vorrei lasciarmi trasportare dall'entusiasmo, ma quello che sul menu veniva segnalato come il sogno dello chef m'ha letteralmente conquistato, sia sulla carta che nel piatto: coscia d'oca a confit con foie gras su letto di mela caramellata. La saporita carne opportunamente disossata si trovava tra la pelle croccante e il morbido profumo del fegato, il tutto adagiato sulla dolcezza della frutta, arricchita dalle note amarognole della caramellatura. Figli, ho ancora le lacrime agli occhi. Nel caso non si fosse capito, questo piatto ha centrato con precisione chirurgica il diapason dei miei gusti e non posso che celebrarne il ricordo. C'è quindi un entusiasmo tutto personale, ma l'esecuzione era sicuramente eccellente.

Chiudiamo con i dessert e quindi un crumble di pere e zola per mia moglie che era davvero gradevole e per me fichi con crema di mandorle e sorbetto sapido al pomodoro. Anche in questo caso davvero lodevole la combinazione di sapori, con note anche audaci che si integravano perfettamente.

Il conto finale è stato di 124 euro, 62 euro a testa, di cui 30 euro per il vino.

Il servizio è stato molto cordiale ed efficace. Nonostante il ristorante fosse al completo, la copertura del giovane personale era molto attenta e i tempi d'attesa sono stati perfetti, con le portate sempre accompagnate da un sorriso. Bisogna anche riconoscere che non dev'essere facile destreggiarsi tra le transumanze di pedoni del sabato sera e i venditori ambulanti di rose, giocattoli e gadget vari.

Al Pont de Ferr non ha sicuramente bisogno di particolari presentazioni o riconoscimenti; è una realtà che ormai da anni riscuote consensi. Tuttavia ne sono rimasto piacevolmente colpito. Se l'ambiente mantiene toni volutamente rustici, la preparazione e la presentazione dei piatti hanno note di interessante originalità ma sempre ben collaudate e di sicura efficacia. Anche se la mia soddisfazione è sicuramente frutto di una empatia tutta personale, sono certo che il ristorante sia un eccellente indirizzo.

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