Prezzo per persona bevande incluse: 45 €
Recensione
Non era serata, al Ficodindia, il 6 marzo. Per cominciare, un'urgenza mi aveva costretto a spostare di un'ora la prenotazione. Ma avevo avvisato almeno due ore prima, e comunque non giustifica il tono seccato dell'interlocutrice.
L'ambiente è un "incubo rosso", dalla moquette alle tappezzerie imbottite alle pareti; questo tipo di arredo piace tanto ai filo francesi/inglesi/tedeschi/Michelin e soprattutto non dà impressione di pulizia. E la vicinanza dei tavoli? Manco in mensa c'è una simile mancanza di intimità. Voto ambiente: 5.
Decoroso il prosecco e molto gustosa la panella di ceci, offerti gratuitamente.
Ordiniamo un misto di antipasti siciliani per tre. Alcune cose si rivelano ottime (sarde a beccafico), altre appaiono non fresche, come le alici crude. Voto: lasciamo perdere...
Ma il vero motivo per cui né io né i miei clienti qui più torneremo è la pasta con le sarde: non la sanno fare (o quella sera avevano altri pensieri). Questo è il mio piatto siculo preferito, sbavo alla sola idea di farmene un piattone ed ecco che arrivano dei bigoli "accompagnati" da una penosa muddica (l'amalgama di sarde, finocchietto, uvetta, pinoli, pan grattato, etc.) che, molto secca, si scompone e va inseguita nel piatto per gustarla con la pasta. Voto: 5.
Delusa dal primo, non prendo il secondo. Una persona che aveva saltato il primo si getta direttamente sul cous-cous trapanese, che si rivela l'unico piatto valido della serata. Abbondanza di pesce e sugo, giusta quantità di semolino, che non deve sopraffare il pesce ma esserne un accompagnamento. Voto: 8.
I formaggi misti sono decorosi, soprattutto grazie alla composta di cipolla di Tropea. Voto: 6.
La nota peggiore è stato il dessert. Non ho voluto assaggiare la cassata, ho preso una fetta di torta al cioccolato con farcia di ricotta di pecora. Ero seduta dinanzi al banco frigo e la fetta è passata direttamente da esso al mio cospetto (era l'ultima fetta), ma era ormai ai limiti della mangiabilità. La farcia di ricotta di pecora era dura ed ingiallita, il sapore, già di suo acidulo, lo era ancora di più e poi, servita fredda di frigo e quasi "gettata" dinanzi a me per il consumo, era quasi "abominevole" nel gusto e nell'aspetto. Voto: 3.
Lo zibibbo non era buono. Il vino che ha accompagnato il nostro pasto era invece l'unica nota davvero eccezionale. Un Donnafugata bianco fruttato e aromatico di cui non ricordo il nome perchè cercavo di spiegare il menu ad un'amica, ma che era notevole, davvero.
Per il resto, porteremo i nostri eurini altrove.
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