Mi trovo a Merano con tre amici. L’intenzione nost...

Recensione di del 10/11/2012

Saxifraga

74 € Prezzo
7 Cucina
8 Ambiente
7 Servizio
Rapporto qualità/prezzo: Normale
Prezzo per persona bevande incluse: 74 €

Recensione

Mi trovo a Merano con tre amici. L’intenzione nostra, volendo una cucina tradizionale, era di andare al Santer Klause, ma arrivati sul posto il locale risulta chiuso forse per sempre. La titolare che lo ha avuto per anni adesso gestisce un altro locale, penso simile, oltre l’incrocio. Questo fra l’altro risulta tutto esaurito per stasera, così, visto che uno di noi voleva andare da Sissi, facciamo un compromesso e scegliamo il Saxifraga. Al telefono confermiamo quattro persone per le 20.30.
Sotto la pioggia battente ci inerpichiamo per i 2 o 300 gradini che salgono la collina di Merano, mi sembra di salire in città alta a Bergamo. Così fra un tornantino e l’altro, dopo sei minuti arriviamo a questa costruzione isolata che pare una villetta delle fiabe. Il locale nel dopoguerra fu l’abitazione di un medico olandese, successivamente andò nelle mani della Chiesa e dopo essere rimasto abbandonato a lungo è divenuto l’attuale ristorante.
Gestito dalla simpatica e spigliata signora Raffaella con l'aiuto di altre collaboratrici, entriamo e veniamo fatti accomodare nel lato orientale della villetta, una stanzetta tutto legno intagliato che un tempo era camera da letto. Tendine di pizzo, quadri e scaffali con tante bottiglie di vini importanti. Il bagno è di fronte alle cucine, ammodernato e automatizzato.
L’atmosfera è eccitante, le stoviglie sono ricercate e le portate verranno servite in eleganti teglie di varie fogge o, nel caso del dolce, su di un rettangolo simile a pietra ollare.
Nella nostra saletta siamo noi quattro più un altro tavolo con clientela di lingua tedesca, mentre scorgerò più tardi un’altra saletta attigua alla nostra con altri avventori.

In attesa ci viene portata un’entrée: non ricordo cosa fosse, ma molto gradevole.
Dalla carta del menù si inizia con un antipasto intrigante: “Carpaccio di Canederli e Speck più insalata con aceto balsamico”. Un piatto a testa composto da abbondante e morbidissimo speck con ottimo canederlo tagliato a fette e, a legare perfettamente, aceto balsamico, il tutto su un letto di abbondante insalata verde: apprezzatissimo e meritevole! Un trionfo dei sapori altoatesini. Ricordo di aver pensato se poi ce l’avrei fatta a reggere un primo, un secondo e il dolce!
Di primo “tagliatelle di segale al ragù di cervo” per me e un amico mentre gli altri due ordinano “ravioli di castagna con cannella, burro fuso e noci”. Quantità contenute e la pasta di segale non è la nostra preferita per via del sapore inconsueto, ma tutto sommato ci troviamo di fronte a primi che ci sono piaciuti.
Per il vino ne scegliamo dapprima uno “loro” per passare poi ad un altro più importante. Ci viene proposto un vino “della casa” che è qualcosa più di un vino sfuso. E’ prodotto dal suocero della titolare, il sig. Brunner, ma oltre ad essere un piacevole cabernet-merlot di buon livello, è imbottigliato ed etichettato con tutti i crismi, costo 21 euro.

Di secondo: “Gulasch di cervo con ravioloni ai mirtilli” per tre, mentre il quarto amico prende la “Tagliata con patate Novelle”.
I grossi pezzettoni di cervo sono cotti non come il gulasch che conosco io, dove tutto è omogeneo e saporito come uno stracotto, ma probabilmente anche meno digeribile, qui invece abbiamo dei medaglioni di carne più asciutta e separata dal sugo. Aggiungiamo però che noi non siamo abituati troppo all’abbinamento, che qui è una tradizione, della carne con il dolce del mirtillo. Dobbiamo comunque riconoscere che il piatto, oltre ad essere coreografico, è eseguito correttamente.
L’unica portata da noi criticata è la tagliata dell’amico, indubbiamente impiattata bene e servita con verdurine che fanno immagine, ma le fettine di carne, oltre ad essere contate, all’assaggio sembrano slavate, come private di buona parte del sapore che dovrebbero avere.

Con i secondi la signora Raffaella ci consiglia un lagrein: Il Taber della cantina Produttori di Bolzano, vino che non conoscevo e che si è rivelato essere uno dei migliori lagrein da noi assaggiati, costo 39 euro.

Per i dolci: due tortini di cioccolato e due mousse di castagne e cachi. I dolci sono una squisitezza e siamo contenti di non avervi rinunciato. Questo finale, unitamente all’atmosfera, ci fa concludere la cena in modo gratificante. A seguire 4 caffè ed alcuni cioccolatini offerti dalla casa.

Il conto alla cassa: 74 euro a testa: non è poco, ma abbiamo fatto una cena che ha spaziato su tutta la carta dei menù, peraltro ricca di antipasti, ma scarsa nella scelta di primi e secondi, usciamo comunque sazi e soddisfatti.
Bisogna dire che se non avessimo preso l’antipasto, ci resta il dubbio che forse ce ne saremmo andati con un po’ di fame residua o forse no, chi lo può dire?

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