Prezzo per persona bevande incluse: 42 €
Recensione
Cena per cinque
Lunedì sera ad agosto diventa davvero problematico trovare un posto dove cenare, senza essersi organizzati prima. Ampliando sempre più il nostro raggio d’azione troviamo finalmente aperto questo locale sulle rive del Po in corrispondenza del ponte della Becca, dove il fiume più grande d’Italia riceve le acque del Ticino.
Il locale ha seguito negli anni un’evoluzione morfologica partendo da una baracca vera e propria e diventando un ristorante di discreta atmosfera tant’è che ora ospita abitualmente anche grandi ricevimenti (sul loro sito si possono vedere le proposte di menù per i banchetti).
Il servizio è svolto dal proprietario, lui stesso elegante ed efficiente cameriere, buon conoscitore di vini, che intreccia il percorso della nostra cena raccontandoci curiosi aneddoti circa la storia del locale di famiglia, vittima destinata delle alluvioni più memorabili degli ultimi decenni. Lo supporta una cameriera piuttosto meccanica.
Antipasto
Salumi misti, salame crudo, coppa, pancetta, salame cotto, prosciutto crudo.
Piatto abbondante, serve a smorzare la fame, ma non a lasciarci grande ricordo della qualità. Tutto discreto, con una nota in più per il salame crudo e la pancetta (inoltre c’è prosciutto crudo, salame cotto, coppa).
Accompagnano gli insaccati dei funghetti, insalata russa e fette di melone.
Primo
Scegliamo di assaggiare un tris di primi, che ci vengono serviti all’interno di uno stesso piatto con tre compartimenti, probabilmente utilizzato all’occorrenza come antipastiera. Le portate arrivano comunque una alla volta, permettendoci di mangiare le paste calde, gustando il vino e non miscelando i profumi.
Anche qui nessuna nota particolare di merito, metto i piatti in ordine decrescente di preferenza.
Gnocchi al gorgonzola.
Ravioli di brasato con burro, salvia, uvetta e scaglie di grana.
Tortelli di magro ai funghi porcini.
Secondo
Tagliata di asino e di bue con patate saltate e insalata di cicoria e cipolla.
Io mi butto sulla versione di manzo, forse un po’ troppo cotta, ma ugualmente tenera e gustosa, molto buona. Discreti i contorni, la cipolla è stato un ricordo piuttosto vivo per quasi ventiquattro ore.
Dolce
Termino con un salame di cioccolato della casa, insolito, con presenza di pinoli oltre ai classici biscotti, poco dolce ma non lo trovo abbastanza scorrevole. Altri si dedicano ad una generosa coppa di gelato, torta di mele, sorbetto.
Vini
Dati i difficili abbinamenti da conciliare, finiamo per tracciare una poco didattica “V” nell’intensità dei nettari.
Allora nell’ordine:
Sensazioni 2003 (da uve Dolcetto) di Cabanon (Godiasco) - 12 euro
Pinot Nero 2001 (vinificato in bianco) di Torti (Montecalvo Versiggia) - 12 euro
Cirgà 1998 (Croatina, Barbera, Pinot Nero) di Le Fracce (Casteggio) - 19 euro
Tre buone bottiglie con ricarichi onesti.
Caffè, grappa.
Una cucina casalinga amabile, senza pretese, le quali purtroppo emergono al momento del conto.
209 euro in cinque. Rapporto qualità/prezzo scarso. Avrei ritenuto corretta una spesa pro-capite inferiore di una decina di euro.
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