Pioggia battente al rientro serale da Pavia, medit...

Recensione di del 17/06/2008

Ravel Ristò

43 € Prezzo
8 Cucina
7 Ambiente
9 Servizio
Rapporto qualità/prezzo: Buono
Prezzo per persona bevande incluse: 43 €

Recensione

Pioggia battente al rientro serale da Pavia, meditiamo quasi di tirare fuori le prime decorazioni natalizie che paiono meglio confarsi a questa mancata primavera, quando decidiamo che è forse più saggio trascorrere la serata provando la cucina di questo ristorante che da qualche tempo ci incuriosisce.

Prenotiamo un tavolo e diligenti, seppur il traffico da rientro sulla statale sia lento e congestionato, ci approssimiamo all'indirizzo di destinazione, impossibile mancare l'insegna esterna che indica agevolmente l'ingresso ed in men che non si dica, dopo aver parcheggiato l'auto nel parcheggio privato, ci troviamo a percorrere il cortiletto immerso tra aiuole di fiori ed erbe aromatiche che conduce alla porta d'ingresso del locale.

Accanto la porta c'è una campana da suonare ma l'accoglienza sarà tale da render superfluo l'annuncio: la porta è aperta e ci colpisce il garbo del sorridente benvenuto che la signora Ivana, moglie dello chef Dino, con naturalezza e calore sa trasmetterci, un garbo che ha il sapore della delicata attenzione di chi ti aspetta e non semplicemente ti ospita.
Il tempo di apprezzare la stufa in muratura, che scopriremo in corso di serata essere stata riportata all'antico fascino a suon di olio di gomito ed impregnante, e riporre via le giacche gocciolanti, che veniamo accompagnati al tavolo tondo riservatoci capiente e intimamente raccolto.

L'atmosfera è calda e rilassata, quasi rassicurante per la sua semplicità: pareti in spugnato giallo, pavimenti in cotto, un paio di credenze in legno per contenere i vini, pochissimi oggetti in rame misurati onde non appesantire l'ensamble e luce diffusa e stemperata da appliques dal design classico; i tavoli sono ben distanziati fra loro, le sedie sono differenti a seconda della postazione (le nostre sono in legno con seduta imbottita, comode e solide), la mise en place è curata nell'essenzialità del tovagliato bianco sul quale risalta il coprimacchia giallo ocra, i bicchieri da acqua sono colorati e la posateria è di linea Broggi.

La signora Ivana è affabile e spontanea, si aggira per la sala con passo svelto e deciso di chi ben padroneggia il proprio lavoro, ci elenca i piatti della serata guidandoci nella scelta e soprattutto raccomandandosi di non avere fretta nell'ordinazione, quanto piuttosto di prendersi i giusti tempi che possano essere indice più affidabile dell'effettiva sazietà: ci lasciamo consigliare più che volentieri e decidiamo per una degustazione di antipasti di pesce crudo e cotto, e a seguire tagliolini allo spada, zucchine e noci; in accompagnamento, un Gewürztraminer 2006, cantine Kaltern, aromatico e servito a temperatura perfetta.

La sala comincia a popolarsi di avventori; lo chef Dino, di quando in quando, fa capolino dalla porta della cucina ed ha inizio la degustazione che troverà il nostro più pieno e largo consenso a fine serata.

In un piatto in ceramica triangolare, che idealmente accompagna e sottolinea il trittico di pesce marinato, crostoni di pane tostato sono alternati a sottili fette di pesce spada marinate in succo di limone ed arricchite da prezzemolo, il loro gusto fresco e salino è piacevole quanto quello più delicato delle fettine di salmone in cui si avverte invece una marinatura a base di aceto di vino, che esalta con note acidule la dolcezza delle carni; leggermente sottotono invece le alici marinate in succo di limone che poco smorza il sapore deciso ed invadente caratteristico del pesce azzurro, rendendone la degustazione difficoltosa.
Ripuliamo il palato spiluzzicando il pane industriale contenuto in un cestino in fil di ferro, non cediamo alla tentazione di intingerlo nell'olio evo presente nel piatto per mero bon ton ma pensiamo non senza qualche rammarico che deve avere assorbito gli aromi del pesce trasformandosi in emulsione variegata ed intrigante.

La seconda tranche di antipasti è preannunciata dall'odore di pane tostato tipico delle preparazioni gratinate: nel piatto tondo con bordo decorato trovano posto una capasanta dalla carne soda e gustosa, uno scampo eccellente per freschezza e sapore, ed un paio di alici che stavolta hanno trovato nel pan grattato, addizionato con misurata sapienza a spezie mediterranee ed aglio, un prezioso alleato in grado di esaltarne profumi e consistenza.
Le attese sono ben calibrate e solo quando avremo ripulito anche l'ultima briciolina di gratinatura, arriverà in tavola l'insalata tiepida di seppie: presentata su un letto di valeriana condita con olio e limone, ci conquista per semplicità di preparazione e consistenza tenera che non cade, per nostra gioia, nella tentazione di cedere il passo alla mollezza.

Chiacchieriamo pigri e soddisfatti, oramai non ci resta che provare quelle che lo chef definisce le cozze buone più di tante altre per completare il quadro d'insieme: sarà lo chef stesso a portarle in sala con l'ausilio di un carrellino, servendole direttamente al tavolo dal tegame di cottura, con sorriso orgoglioso e fiducioso.
I mitili, di grosso calibro, sono stati preparati con un saporito sugo a base di pomodoro, prezzemolo e peperoncino: sulle prime l'accostamento con le note acidule del pomodoro sembra prevaricare il sapore marino delle cozze, ma la porzione ben più che abbondante ci consente di apprezzarle con più calma concludendo in un'approvazione totale per la preparazione che si rivela armonica e delicata nel suo complesso.

Col pancino pieno, apprezziamo il saggio consiglio datoci all'atto della comanda constatando che, per questa sera, ci rimane giusto lo spazio per gustare i primi senza ingordigia e rischio di appesantirsi, e lo apprezziamo ancor di più se osservato nell'ottica del ristoratore che non ha alcun interesse ad instradare tassativamente il cliente verso la composizione di un menu completo, delicatezza che viene usata oramai sempre più di rado ma che non manchiamo di cogliere con un sorriso.

Quando i tagliolini con spada, zucchine e gherigli di noce arrivano in tavola fumanti, sprigionano un lieve aroma di burro che non copre il sapore dei cubetti di pesce ma ne esalta la sapidità; la pasta, casereccia, è cotta a puntino ed accoglie il condimento in maniera eccellente, un condimento che per fortuna non è stato addizionato di inutile panna e che rivela una ricchezza intrinseca.

Sazi, ma non appesantiti, terminiamo la cena con una semplice e buona torta di mele, la cui frolla è ricca e croccante, e caffè espresso cremoso ed aromatico che, oramai ultimi clienti rimasti in sala, abbiamo il piacere di sorseggiare in compagnia del signor Dino e della sua cordiale moglie, avendo altresì l'opportunità di ricevere dritte preziose e sconosciute circa la preparazione di un piatto che spesso, nelle sere invernali, ci tiene compagnia.

Non rimane che recarsi alla cassa e fare tesoro di una serata piacevole trascorsa all'insegna della rilassata semplicità: il rapporto qualità/prezzo è decisamente buono, le materie prime sono scelte con cura e ben preparate, l'ambiente disteso incontra un servizio affabile e commisurato al grado di empatia dettato dal cliente; torneremo, condividendo la piacevole scoperta con gli amici e ringraziando chi ci ha consentito di stemperare le tensioni accumulate in questo giorno feriale dal tran tran frenetico.

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