Prezzo per persona bevande incluse: 55 €
Recensione
E’ un locale di cui in questo momento si parla parecchio in positivo e se lo merita. Mia moglie ed io per ragioni organizzative preferiamo frequentare i ristoranti a pranzo anziché a cena, infatti tento di prenotare per la seconda colazione del sabato, ma ahimè il locale è chiuso; ripieghiamo pertanto sulla serata. Sarebbe aperto alla domenica a mezzogiorno, ma tale giornata è istituzionalmente dedicata al calcio (segnatamente rossoblu).
Il tempo non è bello e quindi passa presto la voglia di passeggiare in centro per cui ci presentiamo nel locale praticamente all’orario di apertura dello stesso, anzi la porta di accesso è ancora chiusa e solo in un secondo tempo ci accorgiamo che è necessario suonare il campanello per essere accolti.
E’ ovvio che per il momento siamo gli unici clienti, mentre a fine cena, attorno alle 21:30 saranno occupati altri tre o quattro tavoli.
Il posto è carino ed intimo con un massimo di circa 30 coperti ed in sala è presente la moglie del titolare coadiuvata da un giovane straniero.
Ovviamente siamo intenzionati a mangiare pesce per cui scegliamo da un carta dei vini non enciclopedica, ma sufficiente, un Valdobbiadene di Cartizze con un giusto ricarico. Bando all’acqua, perché sposiamo la teoria che allunghi inutilmente l’azione di succhi gastrici (diluendoli), rallentando la digestione.
La signora ci chiede gentilmente se apprezziamo le ostriche, perché intende servircene una come entrée, alla nostra risposta affermativa si presenta con un piattino dove è presente tale frutto di mare accompagnato da un pizzico di cipolla rossa a guarnire un cubetto di salmone. Quest’ultimo impallidisce a confronto della bontà dell’ostrica. Ne siamo ghiotti e ne abbiamo gustate di tanti tipi dalle plates alle cruises alle belons in tante località da Cancale a Arcachon e da New York a Singapore, ma una così buona, dolce e carnosa mai. Ci informano che si tratta delle Muirgen, un prodotto irlandese affinato sulle coste atlantiche francesi.
Basterebbe ciò per rendere positiva la serata, ma invece, non attratti dai menù di degustazione, continuiamo entrambi con un piatto dove degli ottimi medaglioni di astice (ed uno scampo) sono adagiati su insalatina verde e julienne di finocchio e pomodoro.
La Steffy prosegue con dei canelloni alla crema di baccalà, mentre io scelgo tagliolini con l’astice.
Nel frattempo il cuoco (affabile e bravo, quanto modesto) ci serve due fettine del baccalà, (così semplicemente “nature”) che utilizzerà per la composizione dei piatti, per farcene apprezzare la qualità. A me baccalà e stoccafisso non piacciono assolutamente e non sarei intenzionato a rovinarmi la serata, ma per la garbata insistenza dello chef lo “onoro” di un assaggio (per la seconda volta in 60 anni).
Arrivano i primi e non rimaniamo certo delusi, anche se io avrei preferito che ad accompagnare il mio mezzo astice ci fosse un quantitativo maggiore di pasta, ma io sono un “pastasciuttaro” incallito e forse non faccio testo.
A questo punto ci sentiamo comunque supersazi anche perché ci siamo inizialmente abbuffati della focaccia e dei tanti squisiti tipi di pane.
La Ste non prende il caffè e a me lo servono accompagnato da qualche dolcetto che la mia metà mi dà una mano a spazzolare.
Serata eccellente che ci consente persino di sorvolare sulla presenza di una specie di mammuth (forse un alano gigantesco) al tavolo a fianco, peraltro separato da un paravento. C’è da dire però che è stato bravissimo il piccolino e non ha dato assolutamente fastidio!
Il conto totale ci è stato scontato di qualche euro e arrotondato a 110 €, su di esso hanno inciso per poco più di 20 € le bollicine e per 4 € il coperto. Una voce che normalmente mi irrita, ma non in questo caso perché tutto quel ben di dio di pane e focaccia lo giustifica ampiamente, per non parlare dell’ostrica!
Tutto perfetto allora. No. Non abbiamo apprezzato le sedie, le abbiamo trovate piuttosto scomode.
Peccato per la chiusura del sabato a mezzodì, ma qualche “buco” lo troveremo sicuramente per ritornarci.
Una precisazione si rende necessaria, giudichiamo il rapporto qualità/prezzo buono, mediando tra il normale dei prezzi alla carta e l’ottimo delle degustazioni.
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