Prezzo per persona bevande incluse: 60 €
Recensione
Il viaggio di lavoro lungo la Puglia continua e ci trasferiamo nella penisola salentina, dove la scelta per la cena non prevede indugi; si va sparati a Gallipoli al Marechiaro, dove oltre che per occasioni di lavoro ho struggenti ricordi di vacanze estive della mia gioventù. Qui siamo sul mare, anzi circondati dal mare, praticamente uno scoglio fuor d’acqua cui per accedere occorre servirsi di un caratteristico ponticello in pietra. L’ambiente è unico, hai una piccola ringhiera che ti divide dal mare e dalle barche ormeggiate in fronte, senti il rumore delle sartie che sbattono sull’albero delle barche a vela: senti il salmastro sulla pelle e pur essendo inverno la suggestione del mare che ci avvolge è inebriante. I locali sono ben arredati, legni scuri e intonaci immacolati fanno da cornice ad un ambiente marinaro dal tocco di personalità elegante. Unico difetto riscontrato sono i ventilconvettori piazzati in alto sul soffitto, ne ho uno proprio sopra di me che mi scarica ventate di aria calda sulla schiena, cosa che ha comportato continui togli/metti della giacca.
Cerchiamo di essere sobri, oltre ai pochi affari abbiamo fatto il pieno di ristoranti. Ma di fronte all’esposizione del pescato le buone intenzioni naufragano molto presto. Ci apprestiamo quindi all’ennesimo orgasmo gastronomico. Non si possono rifiutare le ostriche rosse, specialità locale di molluschi che vengono pescate a trenta metri di profondità e che si trovano solo qui o nel vicinissimo mercato del pesce che da solo vale un viaggio: fresche, armoniche, una esplosione di sapori di mare che ti avvolgono il palato. Ad esse fanno degna compagnia una sontuosa parodia di molluschi con cozze, noci, allievi, gamberi crudi serviti su ghiaccio che ti ben predispongono al proseguo della cena. Inutile fermare la fantasia e la cucina del patron Uccio, ben assecondato da uno staff professionale e di valida impostazione: ci troviamo sul tavolo quindi dei totali ripieni in sugo di pomodoro, cozze marinate, un paio di fritture di piccolissima taglia che vengono accompagnate da verdurine cotte a vapore. Che dire? L’impressione è che se dipendesse da noi si potrebbe continuare con molti altri assaggi, e se non fosse per ragioni professionali (domattina ci dobbiamo alzare prestissimo!) si andrebbe avanti ad oltranza. Anche qui la solita situazione: dopo gli antipasti siamo già satolli. Quindi la chiusura della cena viene onorata da spigole enormi che da crude ci fanno vedere sul vassoio: monumentali, bellissime, sembra quasi che siano ancora vive. Ne scegliamo due da fare al forno e da dividerci in tre: cottura perfetta, servita con patate e olive e soprattutto con un denso brodo di pesce con cui vengono irrorate le spigole: eccezionale in ogni aspetto. Zucchine lessate servite in un fondo di brodo di mare tiepido accompagnano il pregiato pesce. Il vino è stato un degno accompagnatore del desco, due bottiglie di frizzante locale della casa che ben hanno fatto al loro parte
180 euro da dividere il tre. Speriamo di tornare presto.
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