L'Enoteca della Valpolicella, nonostante il nome f...

Recensione di del 15/08/2006

Enoteca della Valpolicella

40 € Prezzo
8 Cucina
8 Ambiente
9 Servizio
Rapporto qualità/prezzo: Buono
Prezzo per persona bevande incluse: 40 €

Recensione

L'Enoteca della Valpolicella, nonostante il nome facilmente ingannevole, è a tutti gli effetti un ristorante, ben nascosto nella parte storica del centro di Fumane, a circa venti chilometri da Verona, in piena Valpolicella.
Qui, tra colline e vigneti, trova posto il meraviglioso rustico in cui trova sede il ristorante: un fienile ristrutturato di una “corte difensiva” risalente al 1400.

Un ingresso ad arco fa accedere al parcheggio, da cui, tramite un cammino disegnato nel prato, si accede all'ingresso vero e proprio: piccolo e angusto, dà su un sottoscala arredato graziosamente che permette di gettare il proprio sguardo sull'incredibile e fornitissima cantina, che mette ben in luce le specialità enologiche locali: Amarone, Recioto e Valpolicella Superiore.
Salendo la scala, curiosamente tappezzata con pezzi di scatole di diversi vini, si accede al piano superiore e al ristorante vero e proprio.

La sala da pranzo si configura come un'ala del rustico trasversale all'ingresso, con tetto spiovente fatto di travi a vista, che termina su una vetrata che attraversa l'intera ala permettendo ai clienti di gettare il proprio sguardo sul cortile sottostante.
L'ambiente è grazioso e accogliente, raffinato seppur di una eleganza rustica, che non vuole ostentare eccessivi barocchismi. Al tavolo, tovaglie bianche in cotone e seta, e posate d'argento.

In quattro commensali, abbiamo iniziato osservando la carta dei vini: una scelta davvero variegata, e soprattutto di alta qualità (come alto, ahimè, altresì il prezzo).
Puntiamo su un vino di ottima consistenza come il Valpolicella Superiore, e chiediamo al cameriere consiglio sull'annata e sulla cantina: con fare sicuro ci indirizza su un 2001, e in seguito passa ad elencarci le pietanze del menu.
Tra gli antipasti le nostre scelte vanno su:
fiori di zucca ripieni di ricotta e zucchine e salsa di basilico, impeccabili, leggeri e gustosi;
polentina con finferli e Monte Veronese, ottima presentazione del piatto e gusto consistente, specie per quanto concerne il formaggio davvero eccellente.

Passando ai primi piatti puntiamo su:
ravioli fatti in casa con ripieno di faraona (su suggerimento del cameriere), davvero eccellenti, specie nel ripieno molto apprezzabile grazie anche alla pasta molto fine e ben stesa;
tagliatelle al ragù di coniglio e spolverate di Monte Veronese, ancora trionfali nel gusto, e ancora la massima cura nella scelta della carne per il ragù;
tagliatelle al tartufo nero (Scorzone della Valpolicella) e spolverate di Monte Veronese: sicuramente un piatto principe, meraviglioso nel gusto, ricco dei profumi del sottobosco e rafforzato dalla spolverata di formaggio, un piatto ricco e consistente, eppure decisamente genuino;

Giungiamo dunque ai secondi: le proposte erano svariate, ed andavano dalla comune tagliata alla griglia fino al petto d'anatra, passando per il coniglio arrosto. Ancora una volta seguiamo il consiglio del bravo cameriere, che ci indirizza su un coniglio che ci garantisce ci fa innamorare del gusto. Puntiamo in massa sul coniglio arrosto con contorno di polenta, un piatto semplice ma efficace, ottimo e gustoso, tenero, e con un ottimo sugo da assaggiare assieme alla polenta morbida e granulosa.

Chiudiamo la cena con i dessert: qualcuno sceglie un classico dolce come la torta sbrisolona, altri scelgono un fondente con arance. Io punto su un semifreddo alle arance e scorze di limone, ben presentato sul piatto, servito non troppo freddo in modo tale che con il cucchiaio sia facilmente gustabile, ottimo nel gusto anche se forse un po’ troppo acidulo.


Un discorso a parte meriterebbe la cura con cui siamo stati serviti: il cameriere, sempre a disposizione, si è più volte fermato per consigliarci su un particolare piatto o per raccontarci aneddoti sui loro ingredienti (tutti rigorosamente del posto): ad esempio lo Scorzone della Valpolicella viene coltivato da una anziana signora di Fumane, che va appositamente in collina a recuperarlo, oppure i funghi finferli e porcini, raccolti dallo chef in prima persona.
La stessa cura che abbiamo potuto constatare nel presentarci i vini, di cui erano presenti moltissime etichette locali e nazionali, e che lasceranno a bocca aperta anche moltissimi intenditori. Il vino viene servito su calici appropriati, diversi in funzione del particolare vino scelto, e all'apertura viene raccontata anche la sua storia e i suoi corretti abbinamenti.

Alla fine il conto verrà ad assestarsi sui 35 euro a persona bevande escluse, e siamo usciti davvero con un sorriso, dovuto all'ottimo vino, all'ottima cucina, semplice e non particolarmente sofisticata ma gustosa e genuina, e all'eccellente servizio, abbinati ad un costo abbordabile e alla portata di tutti.

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