Ho saputo di D’O questo gennaio, leggendo un artic...

Recensione di del 13/05/2006

D'O

52 € Prezzo
9 Cucina
8 Ambiente
10 Servizio
Rapporto qualità/prezzo: Ottimo
Prezzo per persona bevande incluse: 52 €

Recensione

Ho saputo di D’O questo gennaio, leggendo un articolo “Lo chef mette tutti in coda” sul giornale della metropolitana. Incuriosita dal fatto che si diceva che i primi posti liberi erano per Pasqua, chiamo per prenotare per due. In effetti trovo un posto libero solo per fine Aprile e prenoto per il 13 di Maggio, cioè oggi. Negli oltre tre mesi di attesa ho modo di sentirne parlare altre volte, compreso vederlo citato in un articolo di Class fra i quindici migliori ristoranti di “alta cucina low cost” in Italia.

Finalmente dopo tanta attesa arrivo con il mio fidanzato verso le 20,20, occupando l’ultimo parcheggio rimasto libero nella piazzetta a lato del ristorante. L’arredamento è semplice, il soffitto è a travi di legno e i muri sono di un caldo giallo richiamato dalle tovaglie. Alle pareti schizzi su ricette di cucina da un’esperienza di apprendimento in Giappone. Colpisce che nella nostra sala ci siano solo quattro tavoli (c’è un’altra stanza ugualmente piccola a lato).

La carta offre un menu di degustazione con quattro piatti a 32 Euro e un menu alla carta con quattro antipasti (range 9,5-11 euro), quattro primi (9,5-12,5), quattro secondi (12.5-14), formaggi più quattro dessert (5,5-6) da cui scegliere. Il menu degustazione varia ogni 30/40 giorni, quello alla carta è stagionale.

Effettuiamo la scelta; uno dei camerieri, con la spilla da sommelier, ci aiuta con la scelta dei vini. Data la varietà delle nostre scelte, suggerisce un rosso leggero o un bianco grintoso. Andiamo sul bianco e fra il Tocai e lo Chardonnay proposti, prendiamo un Tocai Friulano Ronco Evero 2003 che non ci lascia delusi. A questo proposito la carta dei vini non ha un’ampia selezione ma i prezzi appaiono molto onesti.
Al tavolo portano alcuni panini caserecci di farina integrale.

I piatti scelti da me e il mio ragazzo sono:
* Cipolla caramellata, parmigiano caldo e freddo: dovevo provarla dopo averne letto così tanto. Sicuramente interessante.

* Insalata di lumache, pasta di salame cotta: il mio compagno gradisce, il salame è molto saporito rispetto alle lumache.

* Chicche al pane, bottarga di tonno e lampascioni in composta: il nostro cameriere è sempre disponibile a spiegarci gli ingredienti. In questo caso, a mia richiesta spiega che i lampascioni sono un misto fra cipolla e scalogno. Piatto molto buono dove la deliziosa bottarga la fa da padrona.

* Asparagi, limone, acqua di mandorle e riso mantecato: a mio parare il piatto più buono, ottima cottura, limone e mandorla sono un abbinamento proprio riuscito.

* Orata all’olio, spugnole e creste di gallo: le spugnole sono funghi neri primaverili. L’orata era ottima, gli accostamenti (fra cui anche barbabietola grattugiata) non mi hanno convinto fino in fondo.

* Rustin Negaà D’O : si tratta di un ricetta tipica lombarda (vitello cotto nel latte) rivisitata da D’O sostituendo il vitello con guanciale di manzo. La cottura di oltre quattro ore lo rende tenerissimo.

* Ivoire cremoso, ananas e sale alla vaniglia: un base di pan di spagna, crema al cioccolato bianco, dadini di ananas e granelli di sale grosso fatto aromatizzare nella vaniglia. Buon dolce.

* Fragole al vino rosso, basilico e ricotta al cucchiaio – Anche questo dolce ottimo, in particolare il sorbetto al basilico.

Per finire due caffè (per errore avevano capito che uno era decaffeinato, quando lo abbiamo fatto notare, ne hanno portato gentilmente un altro non decaffeinato). Il servizio è stato veloce, dopo meno di un’ora stavamo ordinando i dessert.

Durante la cena Davide Oldani ci racconta un po’ la sua esperienza di quindici anni: dieci anni come chef da Gualtiero Marchesi, uno a Montecarlo, uno a Parigi e poi in Ottobre 2003 l’esperienza come imprenditore con D’O a partire da una trattoria del luogo (di cui lui è originario) con l’obiettivo di rendere accessibile a tutti la cucina di livello. Per curiosità chiediamo come mai la maggior parte dei piatti è servita con una “paletta cucchiaio” come posata. Risponde che è una scelta espressa per facilitare la degustazione, anzi, a queto scopo anche i piatti da primo sono stati disegnati espressamente da Oldani con una forma caratteristica. Davide si premura di conversare con ciascun tavolo e salutare tutti gli ospiti prima che lascino il locale.

Il totale della cena è stato di 104 euro, lasciamo soddisfatti la mancia, l’unico rammarico è di non sapere fra quanti mesi potremo trovare di nuovo un tavolo libero.

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