Diciannovesima Rassegna Gastronomica del Lodigiano...

Recensione di del 20/10/2007

L'Arsenale

45 € Prezzo
8 Cucina
8 Ambiente
6 Servizio
Rapporto qualità/prezzo: Buono
Prezzo per persona bevande incluse: 45 €

Recensione

Diciannovesima Rassegna Gastronomica del Lodigiano: dopo le scadenti esperienze degli anni passati la decisione era quella di non andarci più, ma l’occhio è caduto su un nuovo ingresso caratterizzato specialmente dal prezzo, superiore di 10-15 euro rispetto a tutti gli altri ristoranti che hanno aderito alla manifestazione del 2007.
In realtà il locale è uno stellato Michelin, l’unico della provincia di Lodi, che si è trasferito dalla vecchia sede in un vecchio magazzino militare: lo chef è sempre Fabio Granata che gestisce questa realtà gastronomica territoriale, sottoposta ad un’ampia ristrutturazione. Fabio Granata fa parte della catena dei Jeunes Restaurateurs d’Europe e propone una sua cucina tradizionale e innovativa al tempo stesso. Il fatto che il suo locale aderisca a questa Rassegna Gastronomica dandone ovviamente lustro e aumentandone quindi la qualità, ci ha spinti ad andarci. Il Collerico era particolarmente entusiasta, dovendo provare il nuovo Porsche Boxster: lui. Io sono dovuto arrivare con la mia macchina, pensa un po’...

Una volta arrivati, il parcheggio è difficoltoso perché la posizione è piuttosto infelice e se non si riesce a posteggiare nello spazio antistante si è costretti a mettere l’auto un po’ lontano. Entrati, si viene accolti da una giovane cameriera che si occupa dei nostri cappotti e che ci accompagna al nostro tavolo.
L’ambiente è piuttosto ampio, abilmente ristrutturato, con travi a vista, ampie vetrate, pavimento in cotto, mobili antichi, una grande scala ad onda di legno massiccio che porta al piano superiore, luci indirette, una piacevole musica di sottofondo.
I tavoli sono differenti (rotondi, rettangolari, quadrati), ben distanziati l’uno dall’altro, apparecchiati con tovaglie bianche tipo fiandra, posateria di acciaio pesante Broggi, piatti e cristalli Schönhuber Franchi. Seggiole tipo poltroncina con rivestimento in raso, estremamente comode. Quindi una mise en place di elevata qualità.

Il servizio è svolto in sala da un giovane maître e da tre cameriere: sicuramente gentile e professionale, è però troppo veloce nel senso che sia i piatti che i vini vengono descritti in un modo che appare oggettivamente affrettato. Di fatto non vengono descritti. Il Collerico, noto per sentirci poco da un orecchio, a tratti è ribollito come solo lui sa fare: solo blandendolo e minacciandolo poi di tagliargli le quattro gomme della Porsche siamo riusciti a calmarlo.
Questa considerazione, che sembra banale ma non lo è, nasce dal fatto che accanto al nostro tavolo si è poi accomodata una coppia che non ha scelto il menu previsto dalla Rassegna ma ha mangiato alla carta. La qualità del servizio e le attenzioni proposte a quei commensali sono apparse più accurate. La valutazione del servizio sarà quindi da parte mia penalizzante.

Il menu della Rassegna prevede per ogni coppia una bottiglia di vino di San Colombano e una bottiglia di acqua minerale S. Pellegrino: in realtà a noi i vini sono stati serviti al calice, diversificati per le vivande e con etichette sia dell’Azienda Agricola Pietrasanta Vini e Spiriti, sia dell’Azienda Agricola Nettare dei Santi. Purtroppo la già citata frettolosità nella presentazione dei piatti non ci ha permesso di capire la qualità e le differenze tra i vini, in termini di etichette e in termini di annata.
Viene portato al tavolo un cestino di pane di vari tipi sicuramente autoprodotto e di ottima fattura.

Antipasti.
Storione in conserva con polenta e salsa verde.
In un elegante piatto un pezzo di storione ben cucinato nel suo sugo e sapidamente valorizzato dalla salsa verde assolutamente non aggressiva. Molto buono.

Flan di formaggio tipo Granone con porcini al balsamico e porri fritti.
Un tortino morbido di formaggio dal sapore deciso, accompagnato da alcuni porcini ingentiliti dal balsamico, con contorno di verdure saltate, croccanti e saporite. Anche questa preparazione molto ben riuscita.

Ad accompagnare gli antipasti un bicchiere di birra Golden Season del Birrificio Lodigiano, sicuramente doppio malto, colore ambrato scuro, schiuma compatta, che si è dimostrata eccellente nell’accostamento alle vivande. Un tocco di raffinatezza non presente in nessun ristorante della Rassegna.

Primo.
Risotto con zucca e bietole.
Porzione regolare di un risotto all’onda cucinato in modo perfetto che ha soddisfatto tutti i commensali. Da notare l’assoluta mancanza della dolcezza spesso stucchevole della zucca, evidentemente smorzata dalla presenza della bieta.

Ad accompagnare questo piatto un rosso di San Colombano di cui non siamo riusciti a capire l’indicazione: colore granato, profumo di frutti rossi e alla beva poco tannico con discreto sapore di prugne.

Secondo.
Filetto di maiale arrostito con verze ed intingolo agre.
Una piccola porzione con carne ben cucinata, aromatizzata da un sugo delicatamente agrodolce e con un contorno di verze di buon tono, cioè non sfatte dalla cottura. Anche questo un piatto ben riuscito.

Nuovo vino al calice, di altra azienda di San Colombano, leggermente più tannico e alla beva buona mineralità e sapore vinoso.

Formaggi.
Duo di formaggi lodigiani con pera in diverse maniere.
Ci attendevamo la raspadura e invece sono arrivati due tocchetti di formaggio di cui non abbiamo potuto memorizzare né la provenienza né le qualità. Si può dire che c’era una diversa gradazione di stagionatura che si accompagnava a delle composte di pera. Gradevole.

Con i formaggi lo stesso vino precedentemente descritto, però “riserva”: unghia granata, rosso rubino intenso, verosimilmente barricato, al naso profumo di more e alla beva sapore speziato con tannini robusti. Buon vino.

Dessert.
La mia piccola tortionata con composta di mele e gelato alla cannella e a seguire Dolce di ricotta mascarponata e marroni.
Un primo dolce tipicamente lodigiano (tipo sbrisolona) che ben si accompagnava con la composta e un delicato gelato alla cannella, seguito da una specie di tiramisù, ovviamente non alcolico, forse un pochino troppo dolce e non gradito dal Collerico, che come si sa non ama le cose sdolcinate, ma i week end da macho.

Ad accompagnare i dolci un piccolo calice di vino passito che mi sembra essere stato il classico Torcolato di Maculan, ma non ne sono affatto sicuro.
A chiudere, caffè per un paio di commensali.

Che dire? Sicuramente è un ristorante di elevata qualità che dà prestigio alla Rassegna Gastronomica del Lodigiano; non ci si deve aspettare però i tipici menu della Rassegna stessa, quindi salumi, raspadura, pesciolini in carpione, lenticchie ed altro: al contrario, si trova sulla tavola una cucina rivisitata con mano esperta, in cui l’innovativo la fa da padrone. Vale sicuramente la pena provarlo perché il prezzo contenuto (non per il valore medio di quello della Rassegna) consente di desinare in uno stellato Michelin; nella serata da noi provata il servizio affrettato è stato deludente.
Quattro menu a prezzo fisso 180 euro. Rapporto qualità/prezzo buono.

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