"Pane e panelle", che prima si trovava sui viali, ...

Recensione di del 26/01/2008

Trattoria Pane e Panelle

40 € Prezzo
8 Cucina
7 Ambiente
6 Servizio
Rapporto qualità/prezzo: Normale
Prezzo per persona bevande incluse: 40 €

Recensione

"Pane e panelle", che prima si trovava sui viali, si è trasferito in questa nuova postazione, in zona totalmente imparcheggiabile del cento storico. Il locale è leggermente più capiente, per quanto ancora di piccole dimensioni, ed è sempre affollato, perché questa trattoria sta avendo un meritato successo in città: quindi la prenotazione è assolutamente necessaria. I tavoli in legno sono ben distanziati e posizionati, nonostante le dimensioni; l'acustica è invece abbastanza penalizzante: ne risulta un brusio di voci piuttosto elevato.

Si mangia solo ed esclusivamente pesce, una scelta coraggiosa che li sta abbondantemente ripagando. Il servzio non riesce ad essere all'altezza della situazione, forse non hanno ancora ammortizzato il cambiamento e l'aumento di clienti da gestire. Per i dolci abbiamo dovuto bloccare qualcuno e chiedere cosa ci fosse perché ci avevano ormai dimenticato; non abbiamo preso il caffè ma è probabile che si debba fare allo stesso modo, anche se ho visto chi ha deciso di berlo al bancone.

Il menù è parecchio invitante, scritto a mano su un foglio contenuto in un cartoncino, che è la tipologia più invitante e rassicurante per una trattoria: dà l'idea del fresco, di una carta che si rinnova con la stagione e con gli ingredienti disponibili, è più immediato. Il coperto è di 1,50 euro, sotto la media... bravi. L'antipasto è unico: panelle, alici marinate, sarde ripiene, pomodorini semi-secchi, cotoletta di sarde. Eccezionale come sempre.

Meglio spiegare le panelle ai non intenditori. Dicesi panella una tipica pecialità siciliana: fate conto di pensare ad una crescentina, però di farina di ceci. La realizzazione può variare di molto tra panella e panella: qui abbiamo panelle, come chiamarle, di alta cucina, un po' fighette fondamentalmente, ed eccezionali. Sono redatte in questo stile: vengono tirate molto sottili e fritte, quindi vengono come delle sfogliette quasi trasparenti, dorate, friabili e non unte, delle chips aeree di ceci, mentre spesso e volentieri la panella tradizionale assomiglia più ad una frttata, è doppia, spessa, ed infatti in Sicilia sono tipici i panini con la panella dentro. Cambiando la tipologia e la frittura anche il sapore è differente, questa è leggerissima e ben si sposa alle alici marinate freschissime di accompagnamento. Io che non sopporto l'aceto, trovo queste alici straordinarie, la marinatura non le ha minimamente cotte, e si sente il "sciauro del mare" come direbbe Camilleri. Le sarde ripiene sono tipo a "beccafico", ma il ripieno è molto poco in percentuale e non sono riuscito ad analizzarlo debitamente (anche perché ce n'è una sola nel piatto, di questa tipologia). Buonissime le cotolettine di sarde ed anche i pomodorini.

Primi: Spaghetti con alici fresche e pecorino pepato siciliano; Bucatini con sarde, uvetta, pinoli e zafferano (pasta con le sarde); Linguine con tonno fresco, mentuccia e pomodorini secchi; Gnocchetti di ricotta con zimino di seppie e bietoline con bottarga di muggine di Orbetello; Risotto con sgombro fresco, gallinella di mare e carciofi. La pasta con le sarde è davvero ottima, (forse la porzione di pasta è un po' scarsa rispetto ad esempio agli gnocchetti che ha preso mio figlio), è cotta parecchio al dente, ben condita con uvetta e pinoli in giusta proporzione e lo zafferano a condire gli spaghetti che appaiono belli gialli. Una forchettata delle linguine della cosorte, molto buone (forse un filo estiva come proposta, o sono io che associo menta=estate): il tonno è appena scottato non di colore bianco, ultracotto come spesso accade con le paste simili. Gli gnocchetti ottimi, senza difetti, sono gnocchetti morbidi di patate e ricotta, lo zimino, immagino sia noto a tutti, è l'umido di seppie e bietole, pesce fresco ed ottimamente condito con un filo filo di pomodoro, eccellenti.

Secondi: Scaloppa di tonno in crosta di sesamo e pistacchi con mosto cotto, Frittelline di bianchetto e caponata, Totani ripieni di broccoletti leggermente piccanti, Involtino di pesce spada e melanzana con pecorino forte siciliano ed erbette, Tartara di tonno, Scaloppa di Ombrina (non allevata) in crosta di patate e rosmarino, Carpaccio di pesce spada con tapenade meditarranea, Seppie al salto in padella con cardi e alloro. Freschissima anche se di piccole dimensioni la tartara di tonno, sembra quasi un antipasto, ma nulla da eccepire né sulla freschezza nel pesce, né sul condimento. L'involtino di pesce spada era davvero molto buono: certo che la cottura la vapore ne penalizza il sapore, se solo la melanzana fosse stata leggermente fritta, e lo spada rosolato, il sapore sarebbe di certo stato meno "delicatino" e più deciso. Le frittelline di bianchetto, ottime, calde calde, saporite, assolutamente non unte, di spessore sottile, con accanto una caponata classica, con melanzane e sedano, ma l'avrei chiamata più "sospetto" di caponata, visto il microscopico quantitativo.

Dolci: Cassata, Gelato di crema con vino cotto, Sorbetto al limone, Torta di cioccolato fondente e noci con zabaione al caffè. La cassata l'abbiamo assaggiata tempo fa, e nonostante la sicilianità della cucina, questa non tiene il passo. Probabilmente farsi portare la ricotta siciliana risulta difficile o economicamente dispendioso, qui il sapore della ricotta non ha nulla a che vedere con l'originale ed i canditi risultano le caramelle zuccherine che conosciamo bene, e non quei fantastici frutti sporiti in cui lo zucchero non è l'unico sapore avvertibile, tipici delle "vere cassate" siciliane.

Conto: 40 euro a persona.

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