Prezzo per persona bevande incluse: 22 €
Recensione
Pausa pranzo in centro fra un giro di shopping e l'altro. Decidiamo di fermarci in questa tarttoria molto famosa, che sono da una parte curioso di provare, dall'altra restio, perché so già che la qualità dovrà esser correlata all'economico prezzo che la rende nota. Quanto questo rapporto qualità prezzo però è dedicato ad una clientela di poche pretese e di palato facilmente accontentabile, come gli studenti universitari, o è invece un effettivo rapporto qualità prezzo come suggerito dal fatto che essa sia presente anche sulla guida del Gambero Rosso? Questo quel che cerco di capire. Fortuna che abbiamo deciso di fermarci abbastanza in orario, già dieci minuti più tardi comincia la coda con le persone in attesa. Sono abbastanza basito, il centro è pieno di posti dove fermarsi a pranzo: perché fare code di un quarto d'ora? Già di sera mi pare più normale, ma a pranzo... Faremo il possibile per liberare il tavolo al più presto senza attardarci dopo aver finito di mangiare, ma il servizio e la cucina parecchio congestionati non riescono ad esser particolarmente celeri.
Qualche foto dell'interno si possono vedere anche dal sito, tavoloni di legno, tovagliette di carta: la spartanità nel rustico a noi piace molto. I tavoli sono piuttosto affastellati e i camerieri volano fra una sala e l'altra, le persone in attesa occupano ulteriore spazio, che ad un certo punto raggiunge la soglia critica. Gentilmente chiedono di aspettare fuori altrimenti non riescono a passare per servire i tavoli.
C'è il menù del giorno a 10 euro, prezzo davvero concorrenziale, ma per una più ampia panoramica ordinamo alla carta.
Crescentine con salumi artigianali Pasquini. La porzione per uno è abbondante: sei crescentine servite molto calde, ma la qualità non è granché; sono spesse, simili a quelle che si posson comprare, doppie, ma, anche se non fritte al momento, morbide e calde. Ho parecchi dubbi sul fatto che Pasquini si lanci a fare il salame ungherese, ma le quattro fette presenti sono comunque di un buon esemplare del suddetto; le due fette di Mortadella sono molto buone e sono indubbiamente del nostro; due sottili fette di ciccioli, molto buoni anche questi e due fette di prosciutto piuttosto stagionato; un cucchiaio abbondante di squacquarone. Come porzione individuale è davvero di tutto rispetto: noi la dividiamo in due tranquillamente.
L'acqua arriverà alla fine dell'antipasto, ma il farraginoso servizio era stato già segnalato nelle recensioni precedenti ed era stato messo in preventivo. Il menù, come si vede da quello riportato on-line, presenta primi in brodo e primi asciutti, fra i quali sono presenti anche dei "tortellini", sul sito dichiaratamente al ragù, sulla carta un enigmatico tortellini e basta. Se non sono in brodo, saranno in qualche altra inquietante proposta: ragù o panna, terrificante idea per un locale di cucina tipica bolognese, ma pazienza, d'altronde è pieno di famiglie con bambini (gli unici, da cui posso contemplare sensata una simile ordinazione).
Ordiniamo una gramigna con salsiccia: la gramigna è pasta all'uovo paglia e fieno, il condimento anche se di salsiccia e (sigh) panna, è buono. La panna, almeno, è panna liquida fresca, e la salsiccia è proprio di buona qualità. I tortelloni burro e salvia sono un po' sostenuti, come capita quando la sfoglia contiene un po' d'olio, per tener megglio la cottura. Il ripieno è buono, non insapore e sono in realtà conditi con una sorta di fondutina di parmigiano.
Per secondo mi lascio tentare dal friggione, come contorno, piatto che a quanto pare sta tornando di moda: si vede che la messa al bando della cipolla è terminata. Ecco, questo non riesco proprio nemmeno a terminarlo: cipolla cotta poco - non cruda, beninteso, ma il friggione va cotto tantissimo a fuoco lento lento, una cipolla a fuoco normale per 10' minuti è cotta ma ha una consistenza totalmente differente -, il pomodoro era salsa ed anche qui la corta cottura ne evindenziava i lati negativi.
Cotoletta alla bolognese: l'ho mangiata in infinite varianti, ma la cotoletta in brodo ancora mi mancava. La cotoletta alla bolognese vien talvolta anche servita in umido, è una delle sue possibili versioni, sormontata da prosciutto (stracotto e troppo stagionato, secco) e da un quantitativo invisibile di parmigiano, quando invece dovrebbe esserne ricoperta. Anziché la leggera besciamellina o salsa al parmigiano di acocmpagnamento qui c'era la deglassatura della padella: brodino leggero. Risparmio la descrizione della consistenza di una cotoletta fritta cotta in brodo.
Passiamo ai dolci: mousse al cioccolato e mousse di ricotta e amaretto. Sono due piccole ciotoline fredde di frigo con la superficie ancora opaca dal freddo, normali: in quella alla ricotta c'era un sottile strato di pan di Spagna sotto e l'amaretto in cima. La spesa è quella prevista: 22 euro a persona. E' vero quanto segnalato in altre recensioni sul fatto che l'acustica e l'affollamento rendono necessario un tono di voce piuttosto alto, ma d'altronde questo non è posto per rilassarsi, considerando anche che spesso c'è gente che aspetta che un tavolo si liberi. Nel conto sono presenti 3 euro per il servizio.
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