Prezzo per persona bevande incluse: 35 €
Recensione
Sabato proviamo a prenotare per due persone da Rasin, ad Avegno, per il pranzo della domenica. Troviamo posto solo perché è la domenica dell'allerta meteo in Liguria: normalmente infatti si deve telefonare a metà settimana per il week-end successivo. Ovviamente ci viene detto che il tavolo sarà nella sala al pianterreno (meno richiesta in quanto c'è l'ingresso): accettiamo perché abbiamo voglia di tornare in una trattoria che non ci ha mai deluso.
Arriviamo verso le ore 13,15; non ci sono problemi di parcheggio visto che a pochi metri dal locale c'è un ampio spazio pubblico per lasciare l'auto.
A sorpresa ci dicono che sono riusciti a riservarci un tavolo al piano superiore: la cosa ci fa piacere perché la sala è più calda, accogliente e meglio arredata. Il locale è pieno e ci sono anche un paio di tavolate, purtroppo un po' rumorose.
Tovaglia bianca, coprimacchia e tovaglioli écru, doppi bicchieri; pane e panfocaccia. Dalla lista dei vini scegliamo un Lagrein rosso che si rivelerà piacevole. Il menu viene recitato a voce dalla solerte ed efficiente cameriera.
Cominciamo con un antipasto ridotto: rinunciamo ai salumi, limitandoci alle gustose focaccette ripiene di stracchino e gorgonzola (due a testa) e alle torte genovesi (un pezzetto ciascuno di torta di zucca, torta di porri e polpettone di patate). Super buone le prime e nella norma le seconde.
I primi sono, a nostro parere, il punto di forza del locale: prendiamo i pansoti alla salsa di noce e i taglierini con i funghi; le porzioni sono veramente generose e ci consentono di gustare entrambi i piatti (in pratica è come se ciascuno di noi avesse preso due primi!); i pansoti e la salsa di noci sono superlativi, i taglierini, conditi in bianco con funghi porcini freschi, ottimi.
Secondi: stavolta decidiamo per una tagliata e per una porzione di funghi fritti. La carne è saporita e decisamente tenera: ce la dividiamo equamente, così come i funghi, assolutamente non unti. In altre occasioni abbiamo gustato pietanze più tipicamente genovesi come il coniglio o la cima.
Siamo satolli e chiudiamo con un sorbetto al limone.
Non prendiamo caffè, ma ci viene offerto un gradevole limoncino (portano al tavolo una bottiglietta con due bicchierini e ci si può servire a piacimento).
Spendiamo 70 euro tondi (con abbuono di 50 centesimi): 4 euro di coperto, 1,50 euro per l'acqua, 13 euro il lagrein, 12 euro gli antipasti, 16 euro i primi, 19 euro i secondi, 5 euro il dessert.
Una trattoria tradizionale dove godersi i piatti classici della cucina genovese dell'entroterra, in particolare i primi che oltre a quelli da noi oggi scelti, di solito annoverano anche ravioli al sugo, trofie normali o di castagna al pesto e in stagione i taglierini con carciofi.
Unici nei: non accettano carte di pagamento, il bagno è all'esterno e non riscaldato, il proprietario è il classico genovese che non spreca cordialita', neanche se frequenti il suo locale da anni.
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